I costi per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi, possono variare a seconda del tipo di prodotto; quindi per la corretta gestione dei rifiuti saranno fondamentali:
- Analisi di classificazione per identificare correttamente le sostanze da smaltire
- Individuazione del livello di pericolosità o tossicità
Quale il costo smaltimento rifiuti per tonnellata?
In base a queste informazioni, infatti, sono previste diverse modalità di trasporto e smaltimento e quindi differenti fasce di prezzo, solitamente a tonnellata.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non, è soggetto alla disposizione 152/2006 sulle “Norme in materia ambientale”, dove vengono indicati sia gli obblighi dei produttori, sia i costi dello smaltimento.
Nel caso, invece, di trasporto e smaltimento di sostanze particolarmente pericolose, come quelle radioattive o tossiche, sarà necessario per legge attenersi alle prescrizioni ADR, in cui sono previste indicazioni inerenti il corretto imballaggio, etichettatura e limitazione quantitativa, quindi in questi casi i costi saranno notevolmente più elevati.
Le tariffe variano anche in base alla distanza del centro di stoccaggio/impianto rispetto al luogo in cui viene ritirato il materiale.
Per conoscere il costo effettivo di un corretto smaltimento, affidati a prezzi.info, che collabora con le migliori ditte di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti, su tutto il territorio nazionale, così da garantirti un servizio di comparazione preventivi chiaro, semplice e affidabile.
Contattaci e avrai in pochi minuti un preventivo gratuito e senza impegno!
Quali sono i rifiuti pericolosi?
Si tratta di rifiuti speciali, che possono essere di natura urbana o industriale e che, a causa dell’alta concentrazione di sostanze inquinanti e dannose, devono essere necessariamente smaltiti correttamente per ridurne la pericolosità.
Per questo motivo vengono sottoposti a specifici trattamenti di stoccaggio e messa in sicurezza per renderli innocui.
In questa categoria, possono rientrare gli scarti industriali, provenienti dalla produzione conciaria e tessile, dalla raffinazione di petrolio, dall’industria fotografica o metallurgica o da altri processi chimici, da strutture ospedaliere e da scarti nucleari.
Possono anche includere, solventi, oli esausti, rifiuti della ricerca medica e veterinaria, pile esauste e anche medicinali scaduti.
Rifiuti pericolosi normativa
La gestione e il conseguente smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non, è regolato dall’articolo 183 del Decreto Legislativo 152/2006, che identifica un rifiuto come “una qualsiasi sostanza/oggetto di cui il detentore si disfi, abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi”.
Però, si dovrà fare particolare attenzione ai rifiuti pericolosi, in quanto richiedono un procedimento diverso per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento.
Infatti, al base al tipo di sostanze in essi presenti, ricevono una specifica classificazione attraverso l’identificazione con codice CER. Per ognuno di questi, esiste un diverso sistema di stoccaggio e, come si può capire, lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, richiede l’adozione di specifici provvedimenti, al fine di ridurre al massimo il rischio per l’ambiente e per la salute umana.
La gestione dei rifiuti, essendo particolarmente delicata, prevede il coinvolgimento di società specializzate nello smaltimento. Per quanto riguarda, invece, le tempistiche dello smaltimento il produttore avrà due opzioni:
- Avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento ogni tre mesi, indipendentemente dalla quantità prodotta
- Avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento entro un anno al massimo dalla loro produzione, a patto che le quantità siano inferiori ai 10 metri cubi di rifiuti pericolosi
Le aziende che non rispetteranno la normativa in vigore, non solo aumenteranno il rischio di pericolosità per l’intero eco sistema, ma rischiano anche di subire severe sanzioni amministrative e penali, che vanno da 300 a 3.000 euro.
Classificazione rifiuti pericolosi: come funziona?
Come già detto, i rifiuti pericolosi come tutti i tipi di rifiuti vengono associati a un determinato codice CER, ovvero al Codice Europeo dei Rifiuti, composto da 6 cifre, che ha la funzione di identificare il tipo di rifiuto che viene trattato , così da poterlo smaltire in maniera corretta e conforme alle norme.
In modo particolare, questo tipo di rifiuti viene classificato in base alle differenti classi di pericolo, vediamo il listino smaltimento rifiuti speciali:
- HP1 Esplosivo
- HP2 Comburente
- HP3 Infiammabile
- HP4 Irritante
- HP5 Nocivo
- HP6 Tossico
- HP7 Cancerogeno
- HP8 Corrosivo
- HP9 Infettivo
- HP10 Teratogeno
- HP11 Mutageno
- HP12 Liberazione di gas e tossicità acuta
- HP13 Sensibilizzante
- HP14 Ecotossico
- HP15 Rifiuto che non possiede direttamente una di queste caratteristiche di pericoloso ma può manifestarle successivamente
Una volta identificato il tipo di materiale che costituisce il rifiuto, sarà possibile stoccarlo e smaltirlo correttamente, senza arrecare danno all’ambiente e alla salute umana.
Smaltimento rifiuti pericolosi: stoccaggio e trasporto
Non trattandosi di rifiuti urbani normali, si dovranno attuare procedure specifiche per uno smaltimento corretto e controllato.
Per stoccaggio si intende, l’insieme delle attività di smaltimento, che prevedono sia il recupero che il deposito preliminare dei rifiuti.
Tale deposito temporaneo, deve comportare una corretta separazione dei rifiuti e non generare alcun tipo di inquinamento del suolo, del sottosuolo o delle acque.
Successivamente, avverrà il trasporto di tale rifiuto presso l’apposito centro di raccolta e smaltimento, regolato dal Testo Unico Ambientale all’articolo 193, il quale sancisce che, si dovrà apporre un numero ONU per l’identificazione di merci pericolose.
Tutto ciò, avviene con mezzi autorizzati al trasporto, per poi procedere con lo stoccaggio, dove si effettueranno analisi su campione, che indicheranno presso quale impianto dovranno essere smaltiti tali rifiuti.
Ogni anno oppure ogni 3 mesi, in base anche alla quantità, si trasportano in appositi impianti di recupero o smaltimento, a seconda della loro pericolosità.
In questo modo si conclude il ciclo vitale di un rifiuto speciale pericoloso.
Smaltimento rifiuti speciali: guida pratica
I rifiuti speciali pericolosi vengono smaltiti in appositi impianti che li trasformano in materiali innocui.
I rifiuti speciali vengono smaltiti da aziende specializzate che si occupano del recupero e del riciclaggio di determinati materiali.
I rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo vengono smaltiti seguendo un protocollo specifico che prevede, tra le altre cose, la sterilizzazione e la disinfezione.
In Italia, la gestione dei rifiuti sanitari è regolata dalla legge quadro sulle attività di gestione dei rifiuti (Legge n. 36/2003). La legge stabilisce che i produttori di rifiuti sono responsabili della loro gestione, inclusa la raccolta, il trasporto e lo smaltimento.
I rifiuti speciali sono quei rifiuti che devono essere gestiti in modo diverso dai rifiuti domestici comuni, in quanto sono pericolosi o possono inquinare l’ambiente. I tipi di rifiuti speciali includono materiali tossici, scorie radioattive, oli usati, batterie esauste e apparecchiature elettroniche.
Il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi prevede diversi step: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento.
Raccolta: i rifiuti pericolosi devono essere raccolti in apposite contenitori ed etichettati correttamente in base alla natura e al grado di pericolosità.
Trasporto: i rifiuti pericolosi devono essere trasportati da operatori autorizzati utilizzando i mezzi idonei. I camion dovranno essere provvisti di autorizzazione al trasporto di rifiuti pericolosi.
Recupero: i rifiuti pericolosi vengono recuperati presso centri autorizzati dalle piattaforme ecologiche regionali o provinciali.
Smaltimento: i rifiuti pericolosi vengono smaltiti presso impianti autorizzati dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico).