pratica docfa

Per DOCFA si intende precisamente “documento catasto fabbricati”, ovvero di una pratica o di una procedura, che mira all’acquisizione da parte degli Uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio, di documenti catastali. 

Il modello di riferimento è definito “accertamento della proprietà immobiliare urbana” e deve essere presentato e compilato dai proprietari dell’immobile con l’ausilio di un tecnico professionista abilitato, come ad esempio un architetto, un ingegnere, un geometra o un perito edile, così da permettere la comunicazione dell’accatastamento di un immobile di nuova costruzione, o delle variazioni che hanno interessato una costruzione già esistente.

La pratica Docfa è composta da diverse voci, che devono essere compilate una a una e il tecnico provvederà poi, ad analizzarle ed elaborarle, così che il risultato possa attribuire la categoria e la rendita catastale, la classe e la consistenza per ogni unità dichiarata e presa in osservazione. 

Ma quanto costa la compilazione e la presentazione della pratica?

Per avere una panoramica il più possibile veritiera sui costi complessivi dobbiamo aver ben presente i punti essenziali di cui la pratica DOCFA è composta e cosa verrà richiesto come spesa, considerando che sarà necessario rivolgersi ad un tecnico professionista e dunque anche alla sua relativa parcella.

Le spese non sono esose e diciamo che le cifre sono pressoché abbordabili per tutti, vediamo i diversi casi:

Attenzione: si ricorda che sono prezzi del tutto orientativi che possono oscillare e subire variazioni in base al caso specifico. 

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Pratica DOCFA: quando è necessaria?

Si tratta di una pratica edilizia che può essere richiesta e utilizzata in molti casi, tutti legati sempre a variazioni catastali. 

Vediamo però quali sono le situazioni più comuni in cui viene richiesta la DOCFA:

Che si tratti di nuovi edifici, per ricostruzioni e per ampliamenti, la pratica DOCFA certificata sempre e solo da un tecnico professionista abilitato sarà assolutamente obbligatoria.

I casi che contemplano il cambio di destinazione d’uso, ristrutturazioni varie, cambio della disposizione degli ambienti interni con ridistribuzione degli spazi. Come anche, ad esempio, la creazioni di soppalchi o balconi e la chiusura di una terrazza a veranda.

Si tratta della denuncia di tutte le costruzioni sfuggite all’accatastamento originario, perciò alle variazioni avvenute nel tempo, ma mai dichiarate al catasto.

Importante: la pratica dal 2015 è stata totalmente informatizzata e ha l’obbligo di essere redatta nella sua interezza e quindi avallata da un tecnico abilitato.

Quali sono le sanzioni del ritardato accatastamento?

Come detto anche in precedenza, la pratica DOCFA è assolutamente obbligatoria, non sono quindi contemplati ritardi o rallentamenti per la presentazione della domanda. 

Per questo, è importante rispettare le norme e i tempi, così da evitare di incappare in fastidiose sanzioni calcolate, di default.

In ogni caso, c’è la possibilità di presentare la domanda con dei ritardi: “Ravvedimento Operoso”, ovvero proprio la presentazione dei documenti in un periodo successivo, che inizialmente era di massimo due anni, adesso si è esteso a cinque

Ma, in ogni caso, si prevedono delle sanzioni per il ravvedimento operoso, vediamo quali sono:

Importante: esiste anche un caso particolare, ovvero il ravvedimento operoso con consegna atto di contestazione, con in più la sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

In questo caso specifico, se si effettua il pagamento entro 60 giorni, la cifra potrà subire uno sconto, mentre se ci saranno ritardi ci sarà un aumento sostanziale dell’ammenda.